di Paolo Campanelli
Semaforo “verde” del Senato al decreto sull’ ILVA approvato con 157 i voti favorevoli, 95 contrari, e 3 astenuti. Il provvedimento il cui contenuto principale è la cessione dell’azienda a terzi è quindi diventato legge che così stabilisce i criteri per l’individuazione, a trattativa privata, dell’affittuario o dell’acquirente. Viene fissato al 30 giugno 2016 il termine entro il quale i commissari del gruppo devono espletare le procedure per il trasferimento dei complessi aziendali . La legge prevede inoltre lo stanziamento di 300 milioni in favore dell’amministrazione straordinaria, somma questa che l’aggiudicatario dei beni aziendali sarà chiamato a restituire allo Stato.
Le modifiche al decreto introdotte dalla Camera dei Deputati ed approvate dal Senato autorizzano anche i commissari straordinari a contrarre finanziamenti statali per 800 milioni (600 milioni nel 2016 ed ulteriori 200 milioni nel 2017) al fine esclusivo di realizzare e concludere il piano per il risanamento ambientale delle aree interessate e per la salute pubblica. Termine ultimo per l’attuazione del piano è stato fissato al 30 giugno 2017. Le somme eventualmente confiscate o incassate dallo Stato a conclusione di procedimenti penali pendenti saranno quindi travasate nel bilancio dello Stato fino alla concorrenza di 800 milioni, mentre per la parte eccedente andranno nella contabilità speciale dell’amministrazione straordinaria.
Sulle norme per l’ILVA è in corso un’indagine della commissione europea che mira ad appurare che le misure previste non si configurino come aiuti di stato. Proprio ieri, invece, era arrivato il via libera dell’ Unione Europea agli interventi di risanamento ambientale nell’area dello stabilimento siderurgico di Taranto, decisione che ha letteralmente sconfessato ed ignorato di fatto tutti gli esposti strumentalmente inviati dai movimenti ambientalisti e dai “grillini” di Taranto.