E’ stato sottoscritto ieri un protocollo d’intesa per lo studio di un progetto pilota finalizzato alla rigenerazione territoriale e integrata di un tratto della costa ionica pugliese. Il protocollo ha l’obiettivo di elaborare progetti di rigenerazione territoriale di un tratto della costa dei comuni di Maruggio (dove c’è anche la frazione di Campomarino) e Torricella (Ta). Alla firma erano presenti il presidente Vendola e della vicepresidente e assessore all’Assetto del Territorio Angela Barbanente.
“Il protocollo – ha precisato la vicepresidente-assessore Barbanente – avrà durata triennale: la Regione metterà a disposizione tutta la propria conoscenza per l’accompagnamento multidisciplinare e in armonia con i piani urbanistici in vigore del processo che servirà a rinaturalizzare tratti di costa massacrati nel passato, e valorizzare i beni culturali presenti in queste zone. Ricordiamo che rigenerazione non equivale a riqualificazione, ma è un concetto ampio che prevede anche la rinaturalizzazione dei territori”.
L’accordo è stato firmato dai rappresentanti del Crivetat (Centro di ricerche di Ingegneria per la Tutela e la Valorizzazione dell’Ambiente e del Territorio – Università La Sapienza di Roma), del Politecnico di Bari, dell’Istituto nazionale di Bioarchitettura e dell’Istituto nazionale di Urbanistica oltre che dai sindaci dei due comuni del Tarantino.
“In Puglia – ha dichiarato Vendola – la parola chiave di dieci anni di rivoluzione amministrativa è stata rigenerazione. Qui è infatti cominciata una rivoluzione che ha valore nazionale. Nessuno può più giocare di furbizia su questo terreno – poiché, ha detto – basta aprire un varco nelle regole per farci entrare di tutto. Noi non ci adeguiamo affatto al paradigma della sanatoria e non ci abituiamo alla civiltà dell’abuso. Non possiamo piangere dopo le tragedie idrogeologiche senza da un lato aver tralasciato gli effetti del cambiamento climatico e dall’altro aver approvato costruzioni ovunque. E infine nessuno può toccare il bene comune del territorio, dove le brutture equivalgono a lesioni del diritto di cittadinanza. Protocolli come questo – ha concluso – arrivano dopo che abbiamo imparato, come sul Gargano, che interventi di mitigazione su un solo comune possono avere impatti devastanti su un altro e ci insegnano che occorre agire su scala vasta oltre i confini amministrativi”.