L’assemblea dei giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno esprime forte preoccupazione e sconcerto a seguito della decisione unilaterale da parte dell’editore Edime di avvio della procedura ex 223/91, con la dichiarazione di esuberi e il conseguente licenziamento collettivo di 47 giornalisti del quotidiano, nonché dei poligrafici coinvolti nella ristrutturazione. Si tratta di scelte connesse alla chiusura delle redazioni decentrate riaperte solo nel febbraio del 2022. Questo orientamento, in controtendenza dopo il coraggioso e provvidenziale salvataggio della testata operato dagli editori, intervenuti dopo il fallimento della Edisud, mette a rischio il tradizionale radicamento della Gazzetta, consolidato in oltre 136 anni in due regioni e otto province di Puglia e Basilicata
Questo drastico indirizzo aziendale potrebbe pregiudicare il percorso, intenso e pieno di sacrifici condivisi con la proprietà, che – con un impegno sinergico tra lavoratori e editori – ha portato la Gazzetta a ritornare in edicola dopo l’interruzione delle pubblicazioni dovuta alla procedura fallimentare, ricostruendo e rinsaldando la connessione sentimentale con città, comunità, territori, mondo culturale, economico e sportivo.
In un contesto economico segnato dal post covid, dalla crisi energetica, da due guerre (in Ucraina e a Gaza), se l’aumento dei costi di produzione è incontrovertibile, una nuova vertenza che colpisce i livelli occupazionali, riducendoli in maniera pesantissima, di fatto pregiudica pesantemente l’informazione capillare nelle due regioni e rischia di avere pesanti ripercussioni sulla diffusione del giornale e sulla raccolta pubblicitaria.
L’assemblea dei giornalisti della Gazzetta – d’intesa con Assostampa di Puglia e Basilicata – ha incaricato il Comitato di redazione di avviare ad horas i contatti con Edime per la convocazione di un tavolo che affronti la crisi e scongiuri possibili licenziamenti. Allo stesso tempo l’Assemblea ha proclamato per oggi una giornata di sciopero, riservandosi anche di avviare tutti gli strumenti previsti dalle normative, a livello ministeriale e presso la task force della Regione Puglia.
“Le nuove gravi difficoltà della Gazzetta, imprescindibile strumento di informazione e controllo del potere in Puglia e Basilicata, non possono essere trascurate dalla politica, che – a partire dalla Manovra in discussione nelle Camere – deve valutare l’adozione di strumenti adatti, come avviene per altri settori industriali della nostra terra, ad affrontare e porre soluzioni per la crisi dell’editoria, anche predisponendo nuovi ammortizzatori sociali per i giornalisti, che siano utilizzabili a prescindere dal precedente quinquennio mobile.
I giornalisti della Gazzetta si scusano con i Lettori per non essere domani in edicola, ma la comunità che ci ha sostenuto in questi anni e soprattutto dopo il ritorno in edicola del febbraio 2022, comprenderà il passaggio cruciale per il futuro della testata e per le famiglie di tutti i lavoratori“.
Il Cdr
Assostampa di Puglia
Assostampa di Basilicata
“Decimati i poligrafici si difendano i lavoratori”
Le organizzazioni sindacali Cgil-Uil-Cisl e Ugl unitamente alle Rsu dei poligrafici, ritengono irricevibile oltre che irrituale l’avvio di procedura di licenziamento collettivo attivata dalla società Edime srl che, qualora venisse portato a termine, vedrebbe azzerato o ridotto a sole qualche unità, l’intero comparto poligrafico della Gazzetta del Mezzogiorno. La ripresa delle attività della Gazzetta, sospese nell’agosto 2021, passa per la omologa della proposta concordataria della Ecologica Spa (procedimento n. 40/2020 Fallimento Mediterranea S.p.a.).
Tale proposta prevedeva l’acquisizione dell’intero attivo e passivo fallimentare ed il mantenimento dei livelli occupazionali per un biennio. Orbene, ancor prima della scadenza dei due anni prevista dalla proposta concordataria ci troviamo con una procedura di licenziamento collettivo che distrugge la quasi totalità dell’asset poligrafico, che ha già subito enormi sacrifici per le difficoltà economiche in cui versava e versa la storica testata. Fino a quest’oggi le parti hanno sempre posto in campo strumenti di gestione degli esuberi concordati e con la possibilità di snellire gli organici grazie anche alle norme sui prepensionamenti votate in Parlamento.
Non più tardi del 28 settembre scorso nel corso dell’incontro previsto con il Comitato per le Crisi Occupazionali della Regione Puglia avevamo lamentato una scarsa aderenza della società alle intese assunte al tavolo il 31.mar.2022 in tema di formazione (per la creazione di nuove opportunità di reimpiego delle risorse fuori dal ciclo produttivo e miglioramento delle competenze per investire sugli aspetti della digitalizzazione) e riguardo a tematiche completamente disattese (organizzazione archivio storico, proposte di riallocazione in aziende del gruppo, mancata attivazione di misure regionali di politiche attive del lavoro, mancata realizzazione dei distacchi presso terzi per la rotativa). Si evidenziava alla delegazione della Società la necessità di cambiare passo nella gestione del giornale per una concreta e visibile azione di risanamento e rilancio. Un quadro che già ci preoccupava e che ha visto la triste evoluzione odierna, nonostante una nuova convocazione del tavolo di crisi. La scelta della scelta di avviare la procedura di licenziamenti collettivi Riteniamo questa pesante, irriguardosa ed irrituale, forzatura, anche di fronte alle Istituzioni Regionali!
Le scelte strategiche di business purtroppo non ci hanno mai visti coinvolti. Questo sindacato unitario, consapevole della crisi del settore, non più tardi del 13 ottobre scorso ha chiamato a raccolta tutti i Parlamentari eletti in Puglia per sollecitare un adeguato sostegno alla storica testata (contributi all’editoria) e la richiesta di una dotazione di strumenti legislativi utili ad una riduzione non traumatica della forza lavoro senza dispersione occupazionale. La politica ha raccolto il grido di sofferenza dei lavoratori e del sindacato, ed ha avviato un percorso per mettere nella disponibilità dell’editore alcuni strumenti necessari. La risposta non può essere l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo!
Invitiamo l’Editore ad aver più rispetto della storia di questi lavoratori, dei sacrifici che hanno dovuto affrontare con le loro famiglie e ritirare una procedura che è un colpo al cuore dell’intera collettività Pugliese. Alle luce di quanto sopra le scriventi OOSS e la RSU de La Gazzetta del Mezzogiorno proclamano con effetto immediato lo stato di agitazione e si riservano nelle prossime ore di promuovere iniziative di lotta più incisive ivi compreso lo sciopero di tutti i lavoratori poligrafici.“
SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL UGL Chimici Carta e Stampa – RSU EDIME srl.
La nostra solidarietà ai giornalisti e poligrafici della Gazzetta e qualche riflessione…
Premesso che la notizia da noi appresa, diffusa e documentata integralmente della decisione dell’ editore del quotidiano barese dei licenziamenti annunciati non può mai farci piacere nonostante delle precedenti posizioni a dir poco vergognose del CdR della Gazzetta del Mezzogiorno dei nostri confronti, riteniamo opportuno ricordare qualcosa sfuggita a molti colleghi del quotidiano barese.
Quando dopo l’esercizio provvisorio deciso dai curatori fallimentari, venne predisposto un bando per la locazione della testata, nessuna delle società Edime srl, Ecologica e Cisa spa si candidò a riportare in edicola lo storico giornale barese. L’unico gruppo barese a presentare un’offerta di gestione del giornale fu la Ledi srl (capitale sociale 1.000.000,00 euro) società del Gruppo Ladisa che consenti ai giornalisti e poligrafici (senza nessun licentiamento) e di avere una nuova “casa” giornalistica ed editoriale, e sopratutto uno stipendio. Ma evidentemente qualcuno alla Gazzetta a Bari ha la memoria corta, e pensa solo al proprio portafoglio ed alla “carriera”….personale !
E questa circiostanza la dice lunga sull'”affetto” di qualche imprenditore dell’ Edime, che aveva come unico interesse quello di impossessarsi dello stabile di via Scipione l’ Africano e la gloriosa testata e di utilizzare il giornale per i suoi affari con la pubblica amministrazione e crearsi uno “scudo” giudiziario nei procedimenti penali a suo carico attualmente in corso . E spiega il voto di un giornalista-sindacalista (ormai ex) di Mimmo Mazza notoriamente fido “scudiero” di Albanese, il quale sotto mentite spoglie di sindacalista pilotò il voto in favore dell’offerta presentata da Ecologica spa (famiglia Miccolis), dietro la cui offerta si nascondeva la presenza (poi venuta a galla) dell’imprenditore della spazzatura Antonio Albanese titolare della Cisa spa di Massafra dai cui conti correnti uscirono 4 assegni circolari per un totale di 1 milione di euro, come documentato dalla Guardia di Finanza dinnanzi al Tribunale Fallimentare. Senza aver partecipato all’ asta e senza avere a quei tempi neanche lo 0,00001 % di Ecologica. Una presenza quindi quella della Cisa spa, nella procedura fallimentare, non giustificata e quindi illegittima che deve essere “sfuggita” al distratto procuratore di Bari Roberto Rossi ed ai suoi pm presenti in aula.
Chissà se il presidente dell’ Assostampa di Puglia (premiato dall’ editore Edime con un bello scatto di carriera) avrà il coraggio di rendere pubblica una sua lettera inviata alla Ladisa, di cui siamo entrati in possesso, grazie ad un “amico” dell’ ambiente forense barese , con cui Bepi Martellotta prendeva le distanze dal voto espresso all’interno della procedura fallimentare del rappresentante dei giornalisti Mimmo Mazza (premiato dal suo “datore di lavoro” Albanese prima con la vice direzione e dopo il pensionamento di Iarussi, con la direzione), che consentì alla Ecologica di prevalere sull’offerta concorrente della Ledi-Ladisa, accusandolo di aver tenuto all’oscuro (secondo Martellotta) l’intera redazione ! Anche perchè quella sua lettera ci è noto essere confluita all’interno di un fascicolo d’indagine della Procura di Lecce sul Tribunale Fallimentare di Bari, in relazione all’ assegnazione del Tribunale barese alla Edime, che prima o poi potrebbe diventare pubblica. Ma noi il segreto istruttorio lo rispettiamo ed aspettiamo…
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