Il Consiglio Regionale della Puglia con il voto contrario del M5S, ha approvato, a maggioranza e la proposta di legge sul reclutamento del personale per il funzionamento dei gruppi consiliari,i cosiddetti portaborse, senza prevedere -come avevano richiesto i consiglieri regionali del M5S – il divieto di stipulare contratti di lavoro con parenti (entro il IV° grado) ed affini (entro il II°grado) dei consiglieri regionali.
Dopo un lungo confronto tra tutti i capigruppo, è stato anche deciso di prevedere nel testo approvato la possibilità di assumere anche ex consiglieri o ex assessori regionali. A seguito dell’approvazione della proposta di legge il personale dei gruppi consiliari potrà quindi essere reperibile ed acquisibile attraverso il “distacco” di dipendenti regionali in servizio presso il Consiglio, la Giunta o gli enti strumentali della Regione, ed anche mediante il comando di dipendenti di altre pubbliche amministrazioni o attraverso i contratti previsti dalla legislazione vigente per l’acquisizione di prestazioni di lavoro subordinato o autonomo valevoli per il datore di lavoro privato.
La proibizione è stata invece prevista sotto forma di un vincolo etico in un ordine del giorno – approvato sempre a maggioranza e con l’astensione del M5S – che affida all’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa la stesura di un apposito regolamento disciplinare. La proposta di legge ha avuto i voti favorevoli dei gruppi consiliari ‘Emiliano Sindaco di Puglia, ‘La Puglia con Emiliano, Noi a Sinistra per la Puglia, Partito Democratico, Popolari, Movimento Schittulli – Area Popolare, Forza Italia ed Oltre con Fitto.
Il contributo annuale previsto per ciascun consigliere è di 52 mila euro, pari al costo di un’unità di personale di categoria D6. I presidenti dei gruppi consiliari potranno procedere alle assunzioni su “base fiduciaria” solo se entro i limiti del budget complessivo. Sono stati respinti dal Consiglio regionale non pochi emendamenti, partendo da quelli del Movimento 5 Stelle, alcuni dei quali prevedevano una decurtazione del 30% del budget relativo a una unità di personale a disposizione di ogni consigliere, la relazione a consuntivo dei criteri e delle modalità di scelta del personale interessato, oltre che l’indicazione nella legge del divieto di stipulare contratti di lavoro con parenti ed affini.
Durante i lavori in aula del consiglio, vi stato anche un forte conflitto dialettico fra Giannicola De Leonardis capogruppo del Movimento Schittulli – Area Popolare, il quale ha presentato un emendamento in cui richiedeva ai “pentastellati” di rinunciare ai contributi loro assegnati. Immediata la risposta del gruppo M5S il quale ha liquidato come “provocatoria, demagogica e ricattatoria” la proposta, e successivamente ha chiarito con una nota congiunta che i loro emendamenti avevano il solo obiettivo di consentire che i fondi pubblici regionali venissero utilizzati “in modo trasparente ed eticamente corretto e non come strumento per alimentare i soliti clientelismi e favoritismi per amici e parenti”.
Ignazio Zullo capogruppo del gruppo “Oltre con Fitto” ha annunciato che “chi sarà chiamato a lavorare dovrà presentare un certificato sostitutivo di atto notorio dichiarando di non avere nessun rapporto di parentela o di affinità entro il quarto grado con i consiglieri, con gli ex consiglieri e con tutto il resto. Rispetteremo insomma quanto sarà indicato nel codice etico“.