Secondo quanto pubblicato oggi dal quotidiano il Foglio, Franco Bernabè, attuale Presidente di Acciaierie d’Italia, avrebbe rimesso il proprio mandato nelle mani del presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. Un nuovo problema industriale per il Governo che dovrà dire una parola chiara sulle sue intenzioni sull’area di Taranto.
Se la notizia venisse confermata, sarebbe destabilizzante per la futura gestione “statale” dell’ex Ilva. Lo stabilimento siderurgico di Taranto si trova alle porte di scadenze fondamentali da cui potrebbe dipendere il destino. Oggi era in programma l’atteso vertice tra il Governo ed i sindacati convocato dal sottosegretario di Stato, Alfredo Mantovano Presenti all’incontro durato circa un’ora e mezza le delegazioni di Fim, Fiom, Uilm, Uglm e Usb, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, i ministri degli Affari Europei, Raffele Fitto, delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, e del Lavoro, Marina Calderone. Per domani è previsto lo sciopero indetto dalle stesse organizzazioni sindacali.
“Il Governo è in linea con i precedenti: abbiamo iniziato con un “diteci”, costretti a ripetere ancora una volta qual è la situazione drammatica in cui si trovano gli stabilimenti dell’Ilva” il commento di Rocco Palombella Segretario Generale Uilm al termine dell’incontro a Palazzo Chigi ” Non ci sono state risposte, anzi passi indietro: mentre qualche mese fa c’era lo spiraglio di salire da un punto di vista degli assetti in maggioranza e c’era la possibilità che il Governo avesse la maggioranza all’interno di questa amministrazione, al momento è tutto cassato, così come fecero i predecessori. È cominciata un’interlocuzione con ArcelorMittal per capire se si potrà proseguire“.
Analoga insoddisfazione è stata espressa da Roberto Benaglia della Fim-CISL: “Incontro insoddisfacente: siamo di fronte a una situazione urgente, il gruppo sta collassando, le risorse finanziarie sono terminate, siamo al minimo di produzione senza investimenti e senza sicurezza sul lavoro. Il Governo ha detto che si sta confrontando con ArcelorMittal per negoziare le prospettive, ma non abbiamo né tempi né ulteriori informazioni” ed aggiunge “Noi abbiamo chiesto indicazioni rispetto a che le nostre prerogative vengano tenute in considerazione, ma soprattutto di essere coinvolti durante il percorso e non alla fine. Il governo ha detto che ci convocherà, ma il gruppo così non sta andando avanti. Servono 5 miliardi per fare tutto quello che serve e il tempo è decisivo. Il Governo deve accelerare. Ci riunionermo tra qualche giorno perché questa vertenza sta esplodendo, la mancanza di risposte di oggi ci preoccupa. Senza Acciaierie di Italia e senza siderurgia il paese non ha solo 20mila lavoratori a rischio, ma è più povero e arretrato”.
“Il governo ha fatto un passo indietro e noi abbiamo fatto due passi in avanti come Fiom, Fim e Uilm perché abbiamo provato a rappresentare alla presidenza del Consiglio dei Ministri una situazione che è oggettiva: siamo all’eutanasia in Italia di fatto di Acciaierie d’Italia e siamo all’eutanasia della siderurgia in Italia” ha dichiarato Michele De Palma, segretario generale della Fiom–Cgil, lasciando Palazzo Chigi
al termine dell’incontro con il governo “C’erano tutti ministri competenti – ha aggiunto De Palma – la cosa che ci ha molto colpito è stato il fatto che ha parlato il sottosegretario la presidenza del consiglio Mantovano, ma gli altri ministri competenti per la vertenza, tranne la ministra Calderone da noi sollecitata rispetto ad una situazione ormai drammatica dal punto di vista della situazione degli impianti e delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, non ha parlato nessun altro ministro”. I sindacati confermano tutte le iniziative di mobilitazione in corso compreso lo sciopero di 24 ore di domani.
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