di Maurizio Guandalini
Gli apprezzamenti a estuario, da destra a sinistra, verso David Sassoli ci suggeriscono alcune riflessioni di merito sulle caratteristiche del futuro Presidente della Repubblica. David Sassoli, cattolico non di sagrestia, gran lavoratore sui temi dei diritti della persona, condotta morale integerrima, europeista, risolutore e ideatore di formule politiche di valore, apprezzato dai leader del mondo. E altro ancora. In fila, in ordine dopo la sua prematura scomparsa, caratteristiche comunque evidenziate e valorizzate in vita nel suo infaticabile e prestigioso ruolo di presidente del parlamento europeo. Non molte parole servono al cittadino nella discussione ormai ammorbante e tattica sul prossimo inquilino del Quirinale.
E paradossalmente la morte di Sassoli, nel cordoglio abbracciato al ricordo della sua persona, rileva nella sua semplicità quelle caratteristiche elementari di un buon presidente della Repubblica, super partes, rigoroso, affabile, vicino a quei due o tre temi e principi cari alle persone perbene. Perché non è possibile discutere di questo? Perché tra i leader politici, candidati, candidabili, occulti e palesi, silenti o sottotraccia, non c’è uno che tenti di imbastire la discussione tenendo conto di quei 4 o 5 ingredienti basici facilitatori della pratica del Colle?
Quando morì Gino Strada, su Huffpost scrissi rapidamente, di getto, “Gino Strada, la sanità che avremmo voluto”. Esistono delle persone che sono espressione di modelli che ognuno di noi, nell’alveo della terrena cultura contadina, voltarsi indietro per andare avanti quando il pane era polenta, coltiva e si chiede perché quelli che si occupano di questioni alte non ci pensano. Gino Strada sarebbe stato un ottimo Ministro della Sanità per quello che diceva, per quello che aveva in mente, per quello che ha fatto, senza ideologie o paturnie di circostanza.
David Sassoli sarebbe stato il Presidente della Repubblica giusto. Non un super eroe. E’ troppo chiedere che il sostituto di Mattarella abbia quelle caratteristiche? E’ troppo chiedere che si discuta di questo invece di trafficare tra codici cifrati, fraintendimenti, scambi di voti, patti di fedeltà, scranni garantiti? La politica, i leader, sono in trans. Non si capisce quello che vogliono. Spendono linguaggi da dico a nuora perché suocera intenda, scavando fossati profondi con lo spirito del buon padre di famiglia che accompagna il quotidiano della nostra comunità. E’ quello che emerge dalle cronache e dal dibattito corrente.
Non è mia intenzione dubitare sulle modalità di elezioni del Presidente della Repubblica che anzi sono da preservare senza lanciarsi in un’elezione diretta o varcare le soglie scritte del presidenzialismo. La lunga gestazione meditativa del conclave dei grandi elettori che si protrae per mesi è una caratteristica che dovrebbe aiutare a selezionare e scegliere il migliore. Quello che serve. Purtroppo in questo movimento si avverte la lontananza con la comunità. Con il senso comune. Da quei modelli che si sporgono come naturale conseguenza la scelta migliore, senza strologare formule astratte e convenienze reali o presunte.
Si può fare la cosa giusta senza cadere nel qualunquismo populista del buon sammaritano, anche con quegli spruzzi di Macchiavelli che non hanno mai fatto male. Occorre però fare passi avanti. Qualcuno che prende l’iniziativa prima di svilire il gioco e la partita a danno delle persone candidate e candidabili. Indichi un metro di riferimento e di valutazione. La drammatica contingenza della dipartita di Sassoli è un aiuto diretto ai leader per muovere quei passi nell’alveo della migliore lungimiranza, a ora da alcuno dimostrata. Giorni fa migliaia di anziani in varie province della Lombardia sono rimaste senza medico di famiglia. Senza aver ricevuto alcuna comunicazione preventiva. La disperazione si sentiva nelle telefonate a diverse tv e radio locali di anziani che non sapevano come fare per procurarsi le ricette delle loro indispensabili medicine del giorno. In queste ore escono cifre preoccupanti di come l’80% delle patologie gravi, no covid, non siano più curate negli ospedali. Questi due episodi, ce ne sarebbero altri, bastano per fare il programma del prossimo candidato al Quirinale. Alla Pertini. Alla Sassoli.