di Silvia Signore
E’ stata inaugurata a a Roma presso la Biblioteca “Nilde Iotti” della Camera dei deputati la prima rivoluzionaria mostra evento, che rende la fotografia fruibile a tutti, anche a chi ha disabilità visive, alla presenza del Presidente della Camera dei deputati on. Lorenzo Fontana , Kengo Otsuka, Ministro e Vicecapo Missione dell’Ambasciata del Giappone in Italia, Aleksassnder Nordahl – Ocean Storyteller & Canon Ambassador, tra gli autori delle opere in mostra, e Alberto Amodeo, nuotatore della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico (FINP) due volte campione olimpico. La mostra sarà aperta ai visitatori dal 4 al 17 dicembre, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 18.30 presso la Biblioteca “Nilde Iotti” della Camera dei deputati.
Il tatto e l’udito sono i sensi alla base di questa esperienza sensoriale che nasce dal desiderio di rendere la bellezza e l’arte accessibile anche a chi ha disabilità visive. “World Unseen” rappresenta la concretizzazione dell’approccio etico e sostenibile di Canon, il concetto di Kyosei, ovvero “vivere e lavorare insieme per il bene comune”, un concetto alla base della filosofia dell’azienda, che ha come scopo principale quello di contribuire alla costruzione dell’armonia tra gli individui, la società e l’ambiente.
Un’idea nata dalla sinergia tra l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e la Croce Rossa Italiana, realizzata da Canon, con l’obiettivo cardine di eliminare le barriere sensoriali, sociali e la democratizzazione dell’arte visiva. Sentire l’arte, attraverso all’impiego di un’innovativa tecnologia di stampa tattile, è così che le persone non vedenti e ipovedenti avranno accesso al potere delle immagini: le opere di famosi fotografi internazionali come Aleksander Nordhal, Brent Stirton, Sebastião Salgado e Yagazie Emezi saranno accompagnate da strumenti che consentiranno di immergersi in molteplici mondi attraverso stampe in rilievo, testi in braille, descrizioni audio e atmosfere sonore. Uno degli aspetti distintivi della mostra è l’inserimento di immagini parzialmente oscurate per simulare disturbi visivi come il glaucoma o la retinopatia diabetica.
Una mostra fotografica che non ha bisogno di vedere
“World Unseen”, il mondo che non vedi o il mondo che non vede, un gioco di parole alla base di questa esperienza sensoriale che spiega chiaramente l’obiettivo di questa magnifica e innovativa iniziativa. “Per troppo tempo, l’accesso alla bellezza e all’arte è stato riservato solo a chi può vederle” ha affermato Andrea Di Santo – Amministratore Delegato di Canon Italia. L’ arte oltre che osservata può essere anche sentita, nel suo significato più sublime è l’espressione estetica dell’interiorità e dell’animo umano, che insieme alla bellezza hanno assunto, sempre più, un ruolo fondamentale nella società odierna trovando concretizzazione attraverso la manifestazione visiva. Ma è anche espressione di emozioni e la sua percezione può avvenire anche attraverso altri mezzi e sensi, nei quali la vista non è sempre necessaria, perché la vera bellezza delle cose è all’interno delle cose stesse, quella che non si vede ma quella che si sente.
Il Presidente Nazionale UICI, Mario Barbuto sostiene che “tutta la società compie importanti passi avanti quando riesce a dare alle persone con disabilità un importante senso di appartenenza alla comunità valorizzando i loro talenti; la mostra in questo senso è il più provocante e lampante esempio di ciò che può essere un percorso di inclusione, ossia un momento in cui tutti sono posti nelle stesse condizioni di conoscenza usando sensi diversi”.
E’ anche molto importante che venga sentita l’esigenza di creare inclusione sociale in un settore come l’arte visiva, nella quale non è facile garantirla, ma è proprio grazie all’impiego di un’innovativa tecnologia che tutto ciò sia possibile. “Perché la disabilità non deve essere percepita come un limite”, ha dichiarato Debora Diodati Vicepresidente della Croce Rossa Italiana, “e garantire la possibilità di vivere e sentire l’arte attraverso il tatto e l’udito è un giusto modo per farlo e non creare disuguaglianze sociali”.
“Quello che vediamo in ‘World Unseen’ ci si presenta come un grande traguardo della tecnica che viene incontro all’arte“ aggiunge Monsignore Lucio Adrián Ruiz Segretario del Dicastero per la Comunicazione, “convertendosi essa stessa in arte, perché nessuno resti escluso dall’essere coinvolto nella dinamica della bellezza. In questo modo, l’accessibilità diventa uno strumento di inclusione e di crescita culturale, creando un ambiente in cui ogni persona possa sentirsi valorizzata e protagonista.”
Paolo Tedeschi, Head of Corporate Communications Marketing & Sustainability di Canon Italia, afferma: “se anche un solo visitatore ha provato l’emozione che ho vissuto un anno fa, quando ho abbracciato il progetto WU con l’intero team europeo di Canon, significa che, come persone e come azienda, stiamo percorrendo la strada giusta per abbattere le barriere dell’indifferenza e dell’individualismo post-pandemico. Quando istituzioni, associazioni, pubblico e privato collaborano per un uso consapevole dell’innovazione tecnologica, il successo di iniziative di CSR di questa portata è garantito e tangibile”.
Una mostra ed iniziativa davvero importante, che ci invita a riflettere sulle sfide che le persone con disabilità visive e non, affrontano ogni giorno, costrette a vivere in un mondo che non è pensato e tantomeno vissuto a misura di tutti, perché la disabilità non è una condizione intrinseca alla persona, ma dipende dalle barriere fisiche o culturali che sono presenti nell’ambiente circostante. Questo ci fa riflettere sul fatto che la disabilità è una costruzione sociale e che sono le barriere fisiche e culturali che impediscono alle persone di godere di una piena inclusione nella società. Questa iniziativa è uno dei tanti passi in avanti che la nostra società sta facendo per dare stesse possibilità a tutti.
In Italia le persone con sordocecità e pluridisabilità psicosensoriale sono oltre 360mila, spesso isolate dal mondo circostante vivendo nel buio e nel silenzio, ed è proprio grazie a questa iniziativa che potranno godere di una delle cose più belle che la vita ci ha regalato, l’arte. “Provate a vedere con il tatto” ha concluso Luigi Monfredi – moderatore, giornalista e caporedattore Rainews24, che ha condotto il dibattito mostrando come, negli anni, si sia evoluta la dialettica e la narrazione delle disabilità anche grazie al ruolo della tecnologia e della cura della comunicazione.