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22 Novembre 2024 08:02

Xylella, il contagio si allarga fino al Tarantino. La nuova mappa dell’infezione

Il commissario straordinario Giuseppe Silletti adesso potrà redigere un nuovo piano di intervento grazie alla nuova mappa del contagio da Xylella, che sconfina nella provincia di Brindisi e si inoltra in alcuni punti di quella di Taranto. La nuova mappa stata pubblicata l’altro ieri sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia ed è presente nella determina del dirigente del Servizio agricoltura numero 195 del 2015,   redatta “nel rispetto di quanto stabilito dalla Decisione della Commissione UE 2015/789″ e definisce confini e interventi in ciascuna area. Le zone infette sono l’intera provincia di Lecce e il focolaio individuato nelle campagne di Oria. Le zone cuscinetto sono l’area di larghezza di 10 km attorno alla zona infetta di Oria e l’area di larghezza di 10 km al confine con la provincia di Lecce.

CdG xylella-puglia

Una delle novità del provvedimento approvato il 18 maggio scorso dalla Commissione Europea con il solo voto contrario dell’Italia, l’area di larghezza di almeno 30 km adiacente alla zona cuscinetto della provincia di Lecce, che diventa zona di sorveglianza,. In tutte queste zone – è contenuto nella determina – “devono essere attuate obbligatoriamente dai proprietari o conduttori, a qualsiasi titolo, dei terreni agricoli e delle aree non agricole, tutte le misure fitosanitarie per la prevenzione, il controllo, l’eradicazione e il contenimento di Xylella fastidiosa”.

Nel fondo di crisi dell’Unione europea ci sono 300 milioni che potrebbero in parte essere utilizzati per l’emergenza Xylella, ma per farlo occorre un atto di volontà politica del governo italiano, che deve impegnarsi a chiederli“. L’eurodeputato francese José Bové – inviato in Salento dal commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, per monitorare la peste degli ulivi – non fa sconti all’Italia, bocciando in parte il modo in cui l’emergenza è stata finora gestita. E chiude la porta a ogni speranza di limitare le eradicazioni sia degli ulivi sia delle piante ospiti. “Ci sono altre piante portatrici di Xylella. Non serve a nulla sradicare solo gli ulivi. Bisogna eliminare gli ulivi e le altre specie, poi cercare di immettere in quelle zone varietà immuni al batterio“.

Adesso ci sarà da attendere, per l’adozione definitiva di queste misure, la relazione contenente le loro valutazioni al termine della visita di una settimana nel Salento, che gli ispettori consegneranno alla Commissione Europea . Gli ispettori, già ripartiti,  hanno già manifestato un giudizio fortemente negativo per il blocco delle estirpazioni a causa della protesta messa in atto a Oria (BR) ed a Veglie (LE) dove sono attivi dalla metà dello scorso aprile, in entrambi i comuni, due presidi che vigilano nelle zone dove sono previste le estirpazioni.

Ogni movimento viene monitorato e, in alcuni casi, anche  ostacolato pacificamente, come è successo a Veglie, in contrada Sferracavalli l’11 giugno,  quando agricoltori ed ambientalisti hanno avuto un vivace confronto con gli agronomi del Codile intenti a prelevare campioni di rami di ulivo da analizzare in laboratorio. L’opposizione alle estirpazioni è sempre più forte, e si chiedono risposte certe al mondo della scienza, ma soprattutto, delle vie d’uscita diverse da quelle che implichino il rischio di desertificazione del Sud della Puglia. Al momento unico dato certo è che solo 263 alberi su 15 mila campioni analizzati  sono risultati infettati dalla Xylella.

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