Mentre si profila la speranza di una svolta nei negoziati, continua la forza dirompente dei bombardamenti russi, addirittura lanciati su un teatro e una piscina a Mariupol usati come rifugi e pieni di bambini Sotto assedio anche la città di Odessa. Il premier ucraino Zelensky ha parlato ieri al Congresso Usa mostrando un video sulle ripetute e molteplici atrocità commesse dai russi in Ucraina.
L’Ucraina vive un 11 settembre dall’invasione della Russia, da tre settimane. “Ricordate l’attacco di Pearl Harbor, ricordate l’11 settembre quando hanno cercato di trasformare le vostre città in campo di battaglia, quando innocenti sono stati attaccati – ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelenskly nel suo discorso al Congresso Usa – Il nostro Paese vive questa esperienza tutti i giorni” sotto l’attacco dei russi. E nomina Kiev e tutte le città ucraine che ha “Russia sta trasformando in un campo di morte“.
Il presidente americano Joe Biden ha definito Putin un criminale di guerra, che “sta infliggendo devastazione e orrore, bombardando appartamenti e reparti di maternità. Queste sono atrocità, un oltraggio per il mondo“. Il Cremlino ha reagito definendo “imperdonabile la retorica” del capo della Casa Bianca ricordando come “le sue bombe hanno ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo“. “E’ incredibile, ieri abbiamo visto notizie dei russi che tenevano in ostaggio 400 persone in un ospedale a Mariupol, queste sono atrocità“, ha aggiunto il presidente americano.
Volodymyr Zelensky ha offerto in video collegamento al Congresso Usa un intervento ricco di citazioni americane: da Martin Luther King a Pearl Harbor, dall’11 Settembre al monte Rushmore, citando i giganti americani, cercando di entrare subito in sintonia con i membri di Camera e Senato, apparsi per la prima volta uniti dopo anni di scontri.
Il presidente ucraino, in passato attore, sceneggiatore e produttore, si è presentato in video con la maglietta verde con su stampato il simbolo delle forze armate ucraine. Alle sue spalle una parete bianca. Alla sua destra, la bandiera gialloblu dell’Ucraina. Zelensky diventato uno degli eroi moderni della resistenza ucraina all’invasione russa, ha confermato di essere un professionista della comunicazione, ma lo ha fatto senza perdere realismo e concretezza.
Accolto da una standing ovation e accompagnato da lunghi applausi, salutato dalla speaker della Camera Nancy Pelosi con un “Gloria all’Ucraina”, ha continuato: “In questo momento si decide il destino del nostro Paese: gli ucraini saranno liberi? E riusciranno a difendere la loro democrazia? I russi hanno attaccato brutalmente i nostri valori e la nostra libertà, ma noi vogliamo scegliere il nostro futuro”. La Russia “non ha attaccato solo noi, ma i nostri valori umani, il nostro diritto di vivere liberi nel nostro Paese“.
Se l’obiettivo era ottenere il massimo dell’aiuto dagli Stati Uniti, questo di ieri si è rivelato un passo necessario, anche emotivamente. Zelensky voleva la dichiarazione di una “no-fly zone per motivi umanitari” sopra i cieli dell’Ucraina.”Ma se non è possibile – ha aggiunto – datemi un sistema di difesa anti-missili in modo che possa proteggere il mio popolo”. Il presidente ucraino ha chiesto “maggiori aiuti”, ha invitato Washington a “fare di più” per punire la Russia, ha invocato sanzioni a tutti i membri del parlamento russo e invitato “tutte le aziende americane a lasciare il mercato russo” ed a farlo “immediatamente“.
“Nel periodo più buio per il nostro Paese vi chiedo di fare ancora di più”, di imporre “nuovi pacchetti di sanzioni” a Mosca “finché la macchina militare russa non si fermerà”, ha dichiarato ancora il presidente ucraino. “L’Ucraina è grata per il suo incredibile supporto e per la fornitura di finanziamenti ed armi agli Stati Uniti” ed è “grata al presidente Biden per il suo coinvolgimento personale e per il suo sincero impegno per difendere la democrazia“, ha aggiunto Zelensky chiedendo che “tutte le società statunitensi devono lasciare la Russia“.
“Ho un sogno queste tre parole ognuno di voi le conosce bene. – ha detto Zelensky – Oggi io dico, ho un bisogno. Ho bisogno che proteggiate il nostro cielo. Ho bisogno della vostra decisione, del vostro aiuto, che significa esattamente quello che provate voi quando sentite le parole ‘ho un sogno'”. Ha paragonato l’invasione russa dell’Ucraina a “Pearl Harbor”, l’attacco giapponese nel 1941 alle installazioni militari americane che venne vista come una dichiarazione ufficiale di guerra.
L’intervento è durato una ventina di minuti ed è stato segnato da momenti di grande emozione. Dalla standing ovation bipartisan che il Congresso ha dedicato a Zelensky, in apertura e chiusura del discorso, al video sulla guerra in Ucraina, con la toccante rassegna di immagini di volti di bambini in lacrime, impauriti, indifesi, feriti, di corpi gettati nelle fosse comuni, di città devastate dalle bombe. Immagini che sembravano appartenere a una pagina lontana della storia.
Infine la richiesta a Joe Biden di diventare “leader della pace“. Nel suo intervento davanti al Congresso degli Stati Uniti, il presidente ucraino si è rivolto direttamente al presidente americano: “Lei è il leader della nazione, di una grande nazione. Le auguro di essere il leader del mondo, essere il leader del mondo significa essere leader della pace”.